Domaine
Vincent Lady
Domaine
Vincent Ledy
LA STORIA
Vincent Ledy, giovane viticoltore, ha fondato la sua azienda vinicola nel 2007, a Nuits-Saint-Georges.
I genitori di Vincent non erano viticoltori, ma suo nonno lo era e suo zio è Alain Michelot dell’omonimo domaine. Il Domaine Ledy è stato creato da zero, cosa tutt’altro che facile con i prezzi dei terreni odierni in Borgogna.
Le sue prime tre annate sono state fatte a casa nel suo garage. Ha il suo mezzo ettaro di premier cru Nuits-Saint-Georges, ma dice che può solo sognare di avere Chambolle-Musigny, Vosne-Romanée o un grand cru.
“Rispetto per il terroir e per la salute!!” Questo il suo mantra.


IL PRODOTTO
Le botti sono di ottima qualità immacolate al punto giusto. Quando si utilizzano botti più vecchie è fondamentale che siano state ben mantenute e che siano prive di batteri. “Se il mio vino non è ben fatto si vedrà. Perché non c’è quercia dietro cui nascondersi“
Gli 1ers Crus Les Porets-Saint-Georges conservano il clima di punta della gamma di vini che produce per quanto riguarda il patrimonio di famiglia e la finezza delle vecchie viti piantate nel 1935 dal nonno.
L’attuale Domaine copre un area di 3,5 ettari declinata in 8 denominazioni offrendo una varietà e sfumature veramente molto molto interessanti!
Vini rossi e bianche eccellenti tutti da assaporare!
IL METODO
Vincent Ledy, favorendo il lavoro manuale, rimane impegnato in pratiche viticole e vitivinicole inclini a un approccio che vuole preservare al massimo l’ambiente circostante. Dall’inizio del 2018, la sua continua conversione all’agricoltura biologica non farà che confermare questo sua forma mentis.
Con perseveranza e coraggio, Vincent Ledy lavora da solo.
Per la creazione dei suoi vini pratica 18 mesi di affinamento in vecchie botti, permettendo la piena espressione di ogni terroir e della materia prima.
Le botti utilizzate nella sua cantina nel centro di Nuits-Saint-Georges hanno visto quattro o più vini prima che potessero entrare.
“Voglio evitare i tannini della quercia nel vino, spiega. Non ho alcun desiderio di fondere i tannini esterni con il terroir”